Privacy Network

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Non-profit Organizations

Milano, Milano 18,441 followers

Privacy | Data Ethics | Digital Rights | Tech innovation

About us

Privacy Network promotes privacy, data ethics and digital rights. We tackle the challenges that come from technological innovation. We strive for a free and democratic society in the information age.

Website
https://privacy-network.it/
Industry
Non-profit Organizations
Company size
11-50 employees
Headquarters
Milano, Milano
Type
Nonprofit
Founded
2018
Specialties
Data Protection, Privacy Law, Legal counsel, Risk management, GDPR, divulgazione, informazione, formazione, privacy, e-privacy, Cybersecurity, and intelligenza artificiale

Locations

Employees at Privacy Network

Updates

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    📜 Il Governo ha recentemente presentato un importante disegno di legge sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale🤖. Questo evento rappresenta un 𝗺𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗿𝘂𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 che influenzerà significativamente il modo in cui il nostro paese si rapporta all'uso dell’IA, sia in termini di diritti garantiti ai cittadini, sia come strategia di governo. 🔎 Come Privacy Network, abbiamo esaminato attentamente la proposta e abbiamo adottato un Position Paper che illustra la nostra posizione sul tema, evidenziando gli aspetti che consideriamo critici. In particolare, riteniamo che l’adozione di questa legge possa creare contrasti con l'AI Act adottato dal Parlamento Europeo  e che i vantaggi di una normativa nazionale sarebbero più concreti con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder. 📝  Siamo consapevoli che il testo è, allo stato attuale, un disegno di legge che potrebbe subire modificazioni. Pertanto, invitiamo a considerare il nostro intervento come un contributo proattivo al dibattito pubblico, che mira a promuovere una comprensione più approfondita   e un’analisi critica della proposta di legge. #IntelligenzaArtificiale #DirittiDigitali #IA #IAact

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    Allerta Privacy: Il Garante apre un'istruttoria sul sistema di riconoscimento facciale a Roma Arriva un'altra preoccupante notizia in tema di riconoscimento facciale! Il Garante Privacy ha aperto un’istruttoria nei confronti del 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗥𝗼𝗺𝗮 Capitale riguardo ad un sistema in grado di identificare comportamenti anomali e molesti dei passeggeri, sia sui 𝘁𝗿𝗲𝗻𝗶 che sulle 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗵𝗶𝗻𝗲. L’accertamento nasce dalle dichiarazioni dell’assessore alla mobilità della capitale, Eugenio Patanè, che ha elencato l’utilizzo di queste telecamere come parte di un piano sicurezza da 𝟵𝟯 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶. Non si sa cosa risponderà il Comune alle richieste del Garante, ma siamo certi che la situazione sulla diffusione del riconoscimento facciale sta diventando preoccupante. In soli due giorni, abbiamo assistito a proposte di implementazione estremamente pericolose per i nostri diritti. Come sempre, la richiesta di sicurezza è lo strumento per introdurre sistemi di controllo sempre più opprimenti. Ma fino a che punto si può tollerare la rinuncia ai propri diritti per la sicurezza e, soprattutto, che deriva prenderemo di questo passo?

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    Da quel momento, il mondo digitale è cambiato. Molti di voi avranno sentito parlare dello scandalo 𝗖𝗮𝗺𝗯𝗿𝗶𝗱𝗴𝗲 𝗔𝗻𝗮𝗹𝘆𝘁𝗶𝗰𝗮, che riguardò l'utilizzo improprio di dati personali di milioni di utenti Facebook per scopi politici.L'azienda Cambridge Analytica aveva ottenuto illegalmente i dati di oltre 87 milioni di profili Facebook e li aveva utilizzati per creare profili psicografici degli utenti al fine di influenzare le loro scelte politiche. Questo scandalo portò a un'𝗶𝗻𝗱𝗮𝗴𝗶𝗻𝗲 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗼𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶𝘁𝗮 sulle pratiche di raccolta e utilizzo dei dati personali da parte di Facebook e di altre società tecnologiche, sollevando importanti questioni sulla privacy e l'etica nell'uso dei dati degli utenti. 🔍 Ma cosa successe realmente? E quali furono le persone coinvolte in questo scandalo? In pochi secondi, proviamo a spiegarvi gli enormi intrighi di una vicenda che cambiò i paradigmi del web e dei social network, tanto che Mark Zuckerberg, qualche anno dopo, disse: "𝗧𝗵𝗲 𝗙𝘂𝘁𝘂𝗿𝗲 𝗶𝘀 𝗣𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗲." Il video, però, vuole essere anche un monito per ciò che potrebbe nuovamente accadere oggi, in vista delle future elezioni politiche in Europa e di quelle presidenziali americane. Questa volta, potrebbe essere l'uso dell'Intelligenza Artificiale ad aprire a nuovi pericolosi scenari in cui i dati personali diventano uno strumento di manipolazione degli elettori. 🛎 Insomma, il caso Cambridge Analytica non è mai stato così 𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗼𝗴𝗴𝗶! #privacynetwork #cambridgeanalytica #facebook #elezioni

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    🚨 L'ultimo rapporto sui diritti umani di Amnesty International delinea una situazione globale sconfortante. Secondo il rapporto, il principale veicolo di violazioni sono le nuove tecnologie, e più in generale lo strapotere delle Big Tech, dal riconoscimento facciale usato per schedare i manifestanti ai sistemi utilizzati per disseminare fake news e fomentare l'odio nei confronti delle minoranze. Non dimentichiamo i sistemi di intelligenza artificiale impiegati in zone di guerra, con effetti devastanti sui civili. Dall'analisi emerge con chiarezza l'incapacità delle istituzioni di fare fronte alla situazione, in primis il Consiglio di Sicurezza ONU e numerosi Stati europei, che spesso sono proprio i soggetti violatori. 📢 Non è la prima volta che veniamo messi in guardia sull'utilizzo delle tecnologie a fini repressivi, anche da parte di istituzioni che si dipingono come custodi della democrazia (alla stessa maniera di diversi rapporti delle Nazioni Unite). 💪 La soluzione, secondo Amnesty, sono i movimenti dal basso. Non è un caso che siano proprio questi i primi ad essere criminalizzati, come avviene nel nostro paese, ad esempio. Dato lo strapotere di chi vuole silenziare il dissenso, viene da chiedersi se valga ancora la pena farsi sentire per chiedere il rispetto dello stato di diritto. 𝗟𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 è 𝗿𝗲𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗮, 𝗹𝗮 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 è 𝘀ì #dirittidigitali #dirittiumani

    • allarme globale diritti digittali
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    𝗣𝗲𝗿 𝗹’𝗜𝗻𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶𝗴𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗔𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗮𝗻𝗰𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝘀𝗹𝗲𝗴𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗹𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 Per questo le nostre associazioni, Hermes Center For Transparency and Digital Human Rights, The Good Lobby e Privacy Network, manifestano il loro dissenso nei confronti della partecipazione di Bruno Frattasi alla recente conferenza di Fratelli d’Italia a Pescara.   Frattasi ricopre infatti l’importante carica di capo dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, l’organo al quale il disegno di legge del Governo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 aprile, delega parte della governance dell’intelligenza artificiale in Italia, in seguito all’entrata in vigore del regolamento europeo sull’AI (AI Act). Al fianco di Acn nell’applicazione delle disposizioni, ci sarà anche Agid–l’Agenzia per l’Italia Digitale. 🏛️ La società civile ha già più volte richiesto la «piena indipendenza» dell’autorità preposta alla governance dell’AI in Italia, ma il governo sembra non voler ascoltare, e nomina un ente il cui capo presenzia a incontri di natura marcatamente politica. Come il panel di tre giorni fa sulla "politica estera comune e la difesa della libertà europea", all’interno della conferenza programmatica di FdI.   A Pescara, infatti, Frattasi è stato ritratto al fianco di figure di spicco del partito di governo, con tanto di magliette blu con lo slogan di FdI. 🚫 Ci opponiamo a qualsiasi affiliazione politica delle autorità preposte alla governance dell’intelligenza artificiale, tecnologia che offre enormi opportunità di sviluppo economico e sociale, ma altrettanti rischi per la libertà e i diritti delle persone. Rischi che diventeranno realtà, se verrà a mancare una supervisione indipendente.   #IAindipendente

    • intelligenza artificiale, cybersicurity
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    Abbiamo lavorato con The Good Lobby e Hermes Center For Transparency and Digital Human Rights negli scorsi mesi per sostenere una posizione precisa rispetto all’autorità italiana per la governance dell’intelligenza artificiale e per l’applicazione dell’#AIAct: un’autorità autonoma e indipendente dalla politica oltre che basata sul rispetto dei principi di trasparenza e accountability. Abbiamo stilato nel dettaglio la proposta nel documento "Motivazioni e Caratteristiche dell’Autorità Nazionale per l’Intelligenza Artificiale" condiviso con autorità competenti e disponibile sul nostro sito (https://bitly.cx/HMvM). Come scrive Luca Zorloni su WIRED però la bozza di disegno di legge appena pubblicata stabilisce che “Le redini per la governance dell'intelligenza artificiale sono divise tra AGID - Agenzia per l'Italia Digitale e Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Una nomina contestata da alcune associazioni per i #dirittidigitali (Hermes Center, Privacy Network e The Good Lobby Italia), che avevano proposto di assegnare il compito a una autorità indipendente.» 👉 L'intero articolo è reperibile al link: https://lnkd.in/dVUkTSKj #privacynetwork

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    Come funziona il sistema di intelligenza artificiale del Comune di #Milano per la gestione del #traffico? A Milano si sperimenta la computer vision per monitorare ed ottimizzare i flussi di traffico cittadino. Sottoporre a #videsorveglianza zone ad alta affluenza di veicoli e persone può essere uno strumento di grande utilità (specie in anni di crisi climatica), tuttavia i rischi per la privacy sono molto alti. Con quali modalità è stata garantita la riservatezza dei soggetti ripresi dalle telecamere? Per rispondere a questa domanda, Privacy Network ha inviato una richiesta di accesso civico al Comune e ad AMAT. Entro trenta giorni le amministrazioni interrogate dovrebbero rendere la loro risposta. Continuate a seguirci per scoprirla! #privacynetwork

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    Il secondo episodio dell'inchiesta della rivista israeliana +927 Magazine sull'uso dell'intelligenza artificiale da parte di Israele per bombardare la Striscia di Gaza, rivela l'esistenza di un software utilizzato per creare una lista di obiettivi umani da colpire. Il software "Lavender" viene utilizzato senza revisione umana - se non di 20 secondi per controllare il genere del target - nonostante abbia un margine di errore del 10%. Questo ha portato all'inserimento nelle liste di obiettivi come personale di polizia o della protezione civile o semplicemente di chi avesse lo stesso soprannome di qualche miliziano. Non solo, l'applicazione "Where is Daddy?" di questo software segnala all'esercito israeliano quando le persone sulle liste rientrano a casa dalle loro famiglie per poter essere colpite. Questo ha comportato nelle prime settimane dell'offensiva la cancellazione di centinaia di famiglie in un colpo solo. L’utilizzo di diversi sistemi di intelligenza artificiale ha comportato, soprattutto nelle prima settimane di bombardamenti, la quasi totale distruzione della Striscia e una vera e propria fabbrica di omicidi di massa che ha portato alla morte di più di 33.000 persone. E proprio a causa di "Lavender" e "Where is Daddy?", due terzi delle vittime sono donne e bambini. Questi eventi ci fanno anche riflettere su un altro tema, per certi versi collaterale. L'AI Act e le sue salvaguardie non si applicheranno in situazioni simili, nel caso fosse uno Stato Membro a servirsi di sistemi di intelligenza artificiale analoghi a "Lavender" per finalità di sicurezza nazionale; una finalità ampia in cui certamente rientrano gli scenari descritti. #IA #Gaza #Lavender #TheGospel #privacynetwork

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